2021



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Le fotografie

– Particolare della beata Giannetta di Caravaggio, di Francesco Querengo, scuola lombarda, 1725.

– La pieve di San Martino a Lobaco, foto di Antonio Lenarda, 2017, da Google Maps.

– La chiesa di Sant’Ansano di Pieve del Pino a Sasso Marconi, foto di Francesco Fantoni, 2020, da Google Maps.

– La Madonna con il Bambino di Iacopo Bellini, già alla Madonna di Riviera di Castelfiumanese e ora alla Pinacoteca di Brera di Milano.


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«PER AMORE DELLE MONTANINE» ...



Gli Annali dei Servi di Maria, tomo I, 59, ricordano come Maria SS. Madre di Grazie la SS. Annunziata), abbia ricevuto gran venerazione a cominciare già dal 1252, dopo il primo miracolo compiuto, quello del Volto dipinto da un angelo.
Tanto fu la meraviglia che subito le moltitudini si affollarono a vedere l’affresco compiuto in modo così straordinario. E il vescovo Giovanni dei Mangiadori, che era stato eletto solo nel 1251, si affrettò a celebrare solennemente la sacra dell’Annunziata il 25 marzo successivo. Anche allora giunse al santuario una moltitudine di persone:

... ut brevi non modò Accolae, non modò Etrusci, non modò Itali, sed & Transmontani accurrentes à Dei Genitrice auxilium ex voto accepturi novum inviserent, novam Deiparæ Imaginem venerarentur. ( ... e in poco tempo, non solo gli abitanti, non solo gli Etruschi [i toscani], non solo gli Italici, ma anche i Transmontani che accorsero, visitarono la Genitrice per un nuovo aiuto con il voto, e venerarono la nuova immagine della Madre di Dio).



In moto inverso anche i frati dei Servi di Maria si diffusero in Italia; a volte si fermarono proprio sulle montagne fondando un conventino o le attraversarono, proseguendo e erigendo cenobi in contrade remote dette oltremontane.
D’altronde la loro stessa vocazione era nata in un luogo alto. Negli Annali, 11, si legge:

Quis ergo Tuum non censeat hunc Ordinem, cujus fundamenta in Montibus sanctis, nempè Senarij, posuisti, quem tanta jugiter solicitudine fovisti, tot beneficijs cumulasti?
(Chi, dunque, non si inchinerà a questo tuo Ordine, di cui ponesti le fondamenta nei santi monti, vale a dire del Senario, del quale ti sei preso cura con sollecitudine e sopra il quale accumulasti tanto bene?).

Dopo il Senario, fu quindi naturale stabilirsi in altre montagne e luoghi oggi rimasti più o meno famosi.

Per fare qualche esempio sempre dagli Annali, la pieve di San Martino a Lobaco nella diocesi di Fiesole ebbe lo status di dipendenza della SS. Annunziata:
... quod in humili loco inter montana jacet solis radijs vix obvio, proinde que opaco. Administrandam recepere hoc anno 1478 (556).
(... che giace in luogo umile tra le montagne, appena raggiunto dai raggi del sole, e quindi “opaco”; lo ricevettero in amministrazione nel 1478).

Oppure l’eremo-pieve di Sant’Ansano negli Appennini bolognesi, oggi restata una parrocchia della zona di Sasso Marconi (168):

Locus quidam est inter Apenninos juxta fluvium Bianori in Dioecesi Bononienfi, Religiosæ solitudini, & altissimæ contemplationi aptissimus, quem antiquitùs coluisse Viros Religiosos solitariae Vitae percupidos.
(Luogo che è negli Appennini presso il fiume Pianoro nella diocesi di Bologna, adattismo alla solitudine religiosa e all’altissima contemplazione, il quale anticamente fu abitato da religiosi attratti dalla vita solitaria ...).

E come terzo esempio, si trova la Madonna di Riviera di Castelfiumanese (477): ... seu de Visitatione B.M.V., licet incerta sit ejus origo, ad hæc tempora pertinere dubitandum non est, quando quidem in Icone B. Virginis cum Puero Jesu, quæ ibidem colitur, apparet annus 1448. Cum sequenti Carmine.
Has dedit ingenio Bellinus mente figura.
Idem pariter constat ex sequentibus versibus cujusdam Puellæ nomine Corneliae, quos ibi conscriptos se legisse testatur in suis m. s. Archangelus Gianius, modò tamen minimè videmus.

(... o la Visitazione della Beata Vergine Maria, di origine incerta, ma non c’è dubbio che appartenga a quei tempi, nel 1448, quando appare venerata l’icona della Beata Vergine con il Bambino Gesù. Con il seguente canto. [Iacopo] Bellini donò [l’icona] con questa talentuosa forma.
Nello stesso modo una certa fanciulla di nome Cornelia è ricordata dai versi seguenti, qui composti e che lesse e testimoniò il padre Arcangelo Giani; e che, tuttavia, noi non vediamo in alcun modo [seguono in volgare]).

Io di sett’anni Cornelia chiamata,
quando la Madre di grazie a vedere
m’apparve con certezza essa volere,
mi comandò con mirabil concetto,
che fabbricato fusse un Convento de Servi suoi.


Lasciando i conventi fondati nei luoghi “alti” e guardando alla devozione all’Annunziata delle donne di montagna, dette toscanamente “montanine”, se ne trova notizia in un paio di righi di un registro di uscite di Sagrestia. È questo un tipo di documento che in genere mostra notizie interessanti sulle usanze liturgiche del passato.
Siamo nel 1714: il padre sagrestano annota di continuo l’acquisto di quelli che erano un bene primario, cioè gli oggetti dell’illuminazione, candele, cera e torce.
Il 12 giugno ad esempio comprò una torcia per far la cerca nella chiesa e il 17 giugno altre due torce per la processione dei Sette Dolori, che avveniva la terza domenica di ogni mese ed era condotta della Compagnia di San Filippo. La terza domenica di settembre, in prossimità della solennità dell’Addolorata, invece la processione diventava “generale” e il padre comprava venti torce per cinque compagnie, quattro ciascuna.
Il 7 settembre fece la spesa di altre quattro torce per la cerca della chiesa, aggiungendo: “per amore delle montanine e la mattina per levare le immondizie”.
Quel giorno era la vigilia della festa della Natività di Maria e stavano arrivando dalle montagne tante donne alla devozione. Poverissime, non si potevano permettere la locanda e passavano la sera e la notte nel portico della SS. Annunziata, aspettando con pazienza che la mattina si aprissero le porte per andare alla preghiera. Si radunavano a gruppi o da sole a mangiare e bere ciò che nel lungo viaggio si erano portate dietro: pane, vino, frutta, causa prima dei rifiuti della mattina.

Ma nonostante l’umile stato, erano bene accolte. D’altronde i frati dovevano esserci abituati, già fin al primo miracolo della Madonna, come abbiamo letto negli Annali all’anno 1252 e come si può trovare continuamente nelle pagine degli anni e dei secoli successivi.

Paola Ircani Menichini, 30 gennaio 2021.
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